La Sicilia è oggi tra le mete più gettonate dai turisti gay e Lgbt. Non solo mare e cultura, ma anche un ventaglio molto variegato di locali gay o gay friendly (tra bar, discoteche, saune, cruising e spiagge) fruibili durante tutto l’anno, stanno spingendo sempre più questi turisti – che spendono il 35% in più della media – a scegliere l’Isola come meta per le proprie vacanze.
Le origini della movida Lgbt in Sicilia
La Sicilia già dalla prima metà degli anni ‘90, grazie alla nascita del Gruppo Pegaso a Catania, iniziò ad assumere una forte connotazione Lgbt (una volta si parlava semplicemente di locali gay).

Ma i pub, le discoteche e i luoghi di ritrovo per omosessuali – in un periodo in cui l’Aids mieteva molte vittime – erano spesso visti agli occhi di chi non “frequentava” come ghetti. Nell’immaginario collettivo, questi posti erano frequentati dallo stereotipo dell’omosessuale, quello rappresentato in molti film degli anni 80 (con tacchi a spillo e piume di struzzo), e si andava lì esclusivamente per cercare sesso. Gli omosessuali, i “diversi”, facevano “paura” e venivano scherniti: per questo chi andava nei locali gay lo faceva il più delle volte di nascosto.
La nascita del Pegaso
In realtà il Pegaso, che aprì i battenti il 5 febbraio del 1994 per volontà di Dario De Felice, Giovanni Caloggero e Francesco Zingo, non era solo un luogo di divertimento e spensieratezza dove poter essere liberamente sé stessi, ma anche lo strumento per trovare finanziamenti per l’attività di Arcigay (ogni anno in particolare si raccoglievano fondi per i malati terminali di Aids).

Il Pegaso diventa Circus
Il Pegaso riscosse sin da subito grande successo e nel giugno del 1998 si spostò per la prima volta al viale Kennedy della Playa per dar vita alle stagioni estive. Nel settembre del 2000, poi, nacque il Pegasus Circus, sotto il tendone di un circo acquistato da Dario De Felice, da sempre appassionato del mondo circense. L’attività del gruppo andò avanti sino al 2014 presso il Circus (nelle sue versioni estiva e invernale); nel 2005 venne creato il primo stabilimento balneare gay, nel 2014 chiuse il Circus e si decise di fare un nuovo grande investimento che portò alla nascita di una nuova discoteca, “Industrie”, ma poco dopo i tre moschettieri del mondo lgbt catanese, stanchi e con nuove opportunità lavorative, decisero di vendere tutto chiudendo di fatto l’epoca dei primi locali gay a Catania.
Atteso nel 2023 un revival delle antiche stagioni del Circus
Dario De Felice, però, che oggi lavora nel mondo del circo, ci anticipa che entro il 2023 vorrebbe scendere in Sicilia con la sua compagnia e in quest’occasione (forse per Halloween o per Capodanno) realizzare un evento solo per una notte, una “One night Pegasus Circus” con tutti i personaggi dell’epoca, dai ballerini alle drag queen, che fecero entrare il Pegaso nella leggenda.

Gli scenari di oggi del mondo Lgbt in Sicilia
Oggi le cose sono radicalmente cambiate. Riguardo all’Aids (che viene distinto dall’HIV) c’è molta più consapevolezza; ragazzi e ragazze non fanno più distinzione tra omo-bi-trans o eterosessuali. L’unica cosa che conta è piacersi, amarsi o semplicemente stare bene insieme al di là di ogni preferenza sessuale. Per questo i giovani di oggi si definiscono “fluidi” ovvero non fanno alcuna distinzione di genere.

Ed è in questo scenario di rinnovamento e di “fluid gender” che la Sicilia si colloca nel panorama dei locali gay italiani con una fervente movida Lgbt vissuta alla luce del sole e rivendicata con orgoglio (nel 2022 abbiamo assistito a un proliferare di Pride in tutta la Sicilia: da Favignana a Ragusa, passando per Siracusa, Catania, Messina e Palermo).
Lo scenario Lgbt nelle diverse città della Sicilia
Come nel resto d’Italia ci sono però grandi differenze tra centro e periferie e tra città e provincia: più ci si allontana dai grandi centri urbani più diminuisce la visibilità delle persone Lgbtqia+ e conseguentemente peggiorano le condizioni di vita, con tantissima gente ancora costretta a vivere nascosta. Si tratta però di una condizione nazionale: “L’Italia è un paese strutturalmente omolesbobitransfobico, – ci dice il presidente di Arcigay Palermo Mirko Antonino Pace – se consideriamo anche che sono pochissimi i coming out pubblici di personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport. In Sicilia sicuramente Palermo e Catania offrono diverse opportunità alle persone Lgbtqia+ mentre i centri più piccoli restano indietro”.
Un grosso passo avanti rispetto alla Sicilia di fine 800 e primi 900
Sono comunque lontani i tempi (era il febbraio del 1938) in cui 45 uomini catanesi vennero arrestati fuori dalla Sala Sapuppo (primo locale da ballo per gay a Catania) per il solo fatto di essere omosessuali e mandati in confino alle isole Tremiti.

Taormina, tra i luoghi preferiti dagli omosessuali
Lontanissimi i tempi (correva l’anno 1878) in cui a Taormina si trasferì un giovane rampollo di origine tedesca, Wihlelm von Gloeden – dichiaratamente omosessuale – che diede scandalo facendosi notare per le fotografie di nudo di giovani del posto ritratti in pose da antichi greci. Le sue foto, insieme a quelle dei bellissimi scorci del paese, riscossero però un enorme successo in tutto il mondo e da lì ebbe inizio la fortuna turistica di Taormina che divenne, insieme a Napoli e Capri, tra i luoghi preferiti dagli omosessuali del Nord Europa per viverci (tra loro anche Guy de Maupassant e Oscar Wilde). Ma l’opera del baronetto andò in gran parte persa durante il periodo fascista. Nel 1933 almeno mille negativi assieme a duemila stampe furono confiscate e distrutte dalla polizia con l’accusa di costituire pornografia.

Catania, roccaforte del mondo Lgbt in Sicilia
Oggi il mondo Lgbt siciliano trova la sua roccaforte a Catania con due serate organizzate nel fine settimana, il venerdì dal gruppo CG Management di Cristina Garofalo e il sabato da Giovanna Fargione e il suo Falloèbello. Oltre a questi è aperto tutti i giorni il Buio, un pub proprio dietro la centralissima piazza Università. Storica anche la sauna “Le terme di Achille” che si trova nei pressi della stazione centrale.

Palermo e lo storico Exit
A Palermo, oltre allo storico Exit (che organizza con Gaetano Marchese le sue serate il sabato presso il Fabric) è nata nel 2022 una nuova realtà, lo 00Open di Tony Farina. Sempre nel capoluogo di regione attira molti clienti una sauna gay – il MaxximumTime – che si trova a due passi dal Teatro Massimo.
Anche Messina nel panorama del divertimento Lgbt dell’Isola
Infine, ma non per ultima, c’è Messina che è reduce dalle fortunatissime serate (sia invernali che estive) del gruppo OMD di Marzia Raffone che si tengono il sabato.

Il ruolo degli Arcigay
Insieme a questi locali del divertimento sono molto attivi i vari Arcigay, in particolare quelli di Catania, Palermo e Siracusa. E il primo circolo Arcigay d’Italia, chiamato Arci-Gay (Associazione per la liberazione sessuale) nacque proprio a Palermo tra il 1980 e il 1981 (l’atto costitutivo porta la data del 22 maggio 1981, ma il gruppo era già attivo da mesi).
Quel momento storico diede il là alla nascita di circoli Arcigay in tutta Italia, con la successiva fondazione dell’Associazione nazionale Arcigay a Bologna nel 1985.
Arcigay Palermo
“Da allora il circolo Arcigay Palermo – ci dice il presidente Mirko Pace – ha vissuto fasi altalenanti, passando da momenti di intensa attività politica e culturale a momenti di vera e propria chiusura. Dalla rifondazione del 2008/09 il circolo è attivo con continuità”.

“Attualmente – continua il presidente – il fulcro delle attività associative è il Centro antidiscriminazioni Protego: un centro, aperto grazie ai fondi Unar presso il circolo Arci Tavola Tonda ai Cantieri Culturali della Zisa. Al suo interno, oltre a uno sportello di ascolto (anche tramite una linea telefonica), si offrono consulenza legale e psicologica, mediazione familiare, orientamento al lavoro e vi si trova uno sportello per migranti Lgbtqia+; si organizzano anche eventi di promozione del benessere e della salute sessuale (compresi i test rapidi per l’Hiv e la sifilide)”.
Arcigay Catania
Arcigay Catania è attiva invece dal 1990, e nel 1994 partecipò al primo gay pride d’Italia tenutosi a Roma. Negli anni ha contribuito non solo alla tutela delle persone Lgbtqia+ ma anche alla creazione del settore ricreativo, facendo diventare la città di Catania meta prediletta della comunità. Con circa 14.000 soci e un centinaio di volontari attivi è l’associazione più numerosa di Sicilia.
Nuova sede e preparativi per il Pride 2023

Predidente dell’Arcigay di Catania è Vera Navarria che si sta dedicando anima e corpo a un evento epocale: “L’apertura della nostra nuova sede. – ci dice – Arcigay non ha una sede in città da quasi 10 anni, e a Catania non esiste nessuno spazio per l’attivismo Lgbt+. Un vuoto simile in una città metropolitana come la nostra è inconcepibile. Andremo quindi a colmarlo, con l’aiuto di tutte e tutti. Inoltre stiamo lavorando al pride 2023. Quest’anno l’appuntamento col corteo sarà sabato 17 giugno, ma come sempre non mancheranno altre iniziative, che culmineranno con un programma ricchissimo durante la settimana del pride”.
Catania città “aperta” ma con tanti passi avanti ancora da fare
“Catania ha costruito nel tempo una fama di ‘città aperta’. Ma non mi piace vivere di glorie passate e preferisco dire che le esigenze cambiano ed oggi sono molti i passi avanti da fare per raggiungere gli standard europei in materia di diritti e non solo. Naturalmente è un percorso che Catania non può fare da sola ma dev’essere fatto con tutto il Paese. In ogni caso, esistono differenze sensibili tra la città e la sua provincia, tra i paesi, tra i quartieri”.
Turismo Lgbt a Catania, all’orizzonte un tour Queer
Sul fronte del turismo Vera è consapevole che Catania offra molto per la comunità Lgbt, poi ci confida un suo progetto risalente a qualche tempo fa: “Ci era venuta l’idea di organizzare un tour queer della città, poi non fu realizzata ma speriamo presto di riuscire a metterla in pratica! Siamo comunque sempre a disposizione per fornire consigli e informazioni ai visitatori”. E la nuova sede potrà sicuramente servire anche a questo.
Arcigay Siracusa
Spostandosi più a Sud troviamo Arcigay Siracusa, presente sul territorio dal 1994 grazie ad Agata Ruscica e Angela Barbagallo.
“Siracusa che ho già diretto dal 2012 al 2019 – ci dice il presidente Armando Caravini – rimane una città abbastanza inclusiva salvo eccezioni come in gran parte delle città. Il capoluogo certamente, anche per la presenza delle associazioni lgbt+ è decisamente avanti rispetto ai paesi della provincia, ma rispetto al 2019, anno che lasciai per rappresentare Catania, vive una sorta di momento soporifero per quanto riguarda i temi dei diritti civili e sociali.

Per questo stiamo puntando molto sulla cultura, per svegliare una città che dorme ormai da diversi anni. Stiamo puntando sui giovani con le scuole, firmando un importante protocollo d’intesa e costruendo una rete contro il bullismo e il cyberbullismo. Oltre a rimettere in moto insieme al comitato Siracusa Pride il pride di Siracusa che si terrà l’uno luglio.
Progetto “Val di Noto friendly”
Arcigay Siracusa nel proprio programma sta puntando molto anche sul turismo con la realizzazione del progetto “Val di Noto friendly”. Il Val di Noto, specie i comuni di Noto, Avola, Pachino e Portopalo, vengono già scelti dalla comunità Lgbt+ come meta di turismo internazionale. Quello che andremo a fare già da questa estate insieme alle istituzioni, è dare servizi ricreativi e culturali in quella zona. Quindi discoteche, pub ed eventi culturali, oltre al primo pride del Val di Noto, per rendere ufficialmente quest’area meta di turismo Lgbt. Tutto questo anche creando a breve il portale internet “Valdinotofriendly” dove il turista potrà trovare informazioni su dove mangiare, dormire, divertirsi ecc. Pertanto un turista già da questa estate potrà trovare eventi culturali e ricreativi in provincia di Siracusa oltre quelli che già organizza l’associazione nel capoluogo di provincia, come aperitivi e dj set.
Movida gay in Sicilia
Ma la Sicilia è anche festa, tanta festa. Nel 2023 sono numerose le serate organizzate prevalentemente tra Catania, Messina e Palermo.
Il venerdì notte a Catania con CG Management
La città etnea in particolare è universalmente riconosciuta come la capitale gay dell’Isola. Qui si può far festa quasi tutti i giorni al Buio, wine e cocktail bar di Cristina Garofalo, che ha trasformato la via Bicocca in una sorta di gay street catanese (in verità spostandola solo di pochi metri rispetto alla scalinata Alessi e alla sala Neva, oggi Nievski, che nel 1990 fu il primo locale gay catanese dell’era moderna e luogo d’incontro preferito della comunità Lgbt etnea).

Cristina è anche la regina incontrastata del venerdì sera. Le sue serate tra Raffineria, Spazio22 (ex Hangar) e alle Capannine durante la stagione estiva, sono un must per chi vuole vivere l’atmosfera festaiola lgbt di Catania.
Il sabato catanese al Falloèbello
Sempre a Catania, il vuoto lasciato libero dallo storico Pegaso il sabato sera, è stato colmato da un’altra donna, Giovanna Fargione. “La nostra prima serata si chiamava ‘fallo Brillare’, era l’ottobre del 2019, e ha dato inizio a questo bellissimo e incredibile viaggio. – ci racconta Giovanna – Fallo è bello nasce un pomeriggio d’estate insieme a Stefano Ontario e Salvatore Pappalardo, dalla forte esigenza di rivoluzionare il mondo dell’intrattenimento Lgbt.

Disco gay in pieno centro
Eravamo soliti frequentare l’ambiente, ma sentivamo il bisogno di sdoganare alcuni pregiudizi legati all’omosessualità che viziavano fin troppo l’ambiente. Fino ad allora – continua l’imprenditrice – le serate lgbt erano spesso arginate in locali di periferia, noi abbiamo scelto di organizzare i nostri eventi sempre in locali del centro storico e della movida catanese. E’ stato proprio questo, secondo me, ad incoraggiare i più giovani ad essere liberi di esprimersi e scardinare l’idea dell’omosessuale che vive la propria identità nella penombra di chissà quale posto recondito”. Oggi la famiglia di Fallo è bello si è ingrandita e conta circa trenta persone che ne curano l’organizzazione in ogni dettaglio.
L’attenzione per il cliente
Le serate del Falloèbello si tengono il sabato notte al Supercinema ma nei progetti futuri del Gruppo ci sono anche delle extra date infrasettimanali (come il “farFALLOne”). “Una delle principali caratteristiche che contraddistingue Falloèbello – continua Giovanna Fargione – è legata alle serate a tema, in cui non solo cambia il nome dell’evento, ma tutto si trasforma.

Ogni sabato creiamo degli arredamenti nuovi e trasformiamo il nostro locale, così come la nostra animazione propone spettacoli su misura a seconda della scelta. Altro aspetto distintivo di Falloèbello è l’amore per i dettagli: crediamo che stia lì la differenza e cerchiamo in ogni modo di fare sentire la gente amata e quasi coccolata: per questo all’ingresso accogliamo la gente regalando ogni genere di gadget e accessori, molto spesso realizzati da noi stessi. Ovviamente la musica rimane il perno su cui ruota tutto. La nostra è una serata di musica pop e commerciale, e il nostro dj Paolo Divenuto è da sempre il protagonista dell’intrattenimento e suona con noi dal nostro primo evento”.
A Palermo lo storico Exit
Ben più antica è la storia dell’Exit, pub lgbt situato in piazza San Francesco di Paola a Palermo. Era l’11 ottobre del 1996 quando aprì al pubblico “IT associazione culturale” (questo il nome originario del locale, dato che il piano commerciale del comune non aveva in quel momento licenze commerciali). Exit nasce proprio dall’unione di Ex It.

“Tutto nacque dall’idea di un gruppo di amici con cui si voleva dare spazio a un luogo d’incontro che non c’era. – racconta il fondatore Gaetano Marchese – Diverse le difficoltà che incontrammo nel primo periodo: dalle “abbanniate” (abbagliate, nda) dei motorini ai lanci di uova e pomodori, con il classico improperio “froci” gridatoci contro, specie in estate quando il marciapiede era affollato dalla nostra comunità. Poco dopo l’apertura ci arrivò una telefonata da un giornalista che voleva intervistarci perché aveva saputo di omelie contro di noi nell’attigua chiesa di San Francesco di Paola. Ma erano gli anni 90. Col passare del tempo la società è cambiata e anche la chiesa si è avvicinata a noi. Oggi siamo ben radicati e non ci sono atteggiamenti che ci ricordano quel periodo; poi da due anni il Palermo Pride si è concluso proprio da noi in piazza”.
Dall’Exit al Fabric

“L’esigenza di uno spazio più grande, dato che l’Exit era diventato troppo angusto per le serate dance che all’epoca facevamo in sede, ci fece andare alla ricerca di una discoteca. – continua Marchese – L’occasione si presentò con il Gorky (l’attuale Fabric) il venerdì sera”. Le serate ottennero un grandissimo successo, oltre ogni aspettativa, con una media di 800 persone ogni venerdì. Dopo 10 anni le serate di Exit10&Love (questo il nome degli eventi) si sono spostate al sabato continuando a radunare persone da tutta la provincia e non solo. Oltre ai ballerini che si esibiscono ogni sabato con un’animazione a tema, tra i punti di forza delle serate al Fabric ci sono i drag show che, come sottolinea Marchese, hanno lanciato numerosi performer che oggi si esibiscono in alcuni prestigiosi palchi sia in Italia che all’estero.
Nuove realtà sulla scena Lgbt palermitana
Ma Palermo, dallo scorso anno, ha un nuovo protagonista nella scena dell’intrattenimento per la comunità Lgbt. Si tratta dello “00Open”, nato a febbraio 2022 ma effettivamente ufficializzato a marzo con la prima serata. “Abbiamo deciso di creare un gruppo in grado di poter offrire altre serate in maniera tale da intrattenere il pubblico anche durante la settimana”, ci dice Rosaria Farina che con il fratello Tony ha creato il format.

Le serate dello “00Open” sono una volta a settimana, durante il periodo invernale si svolgono il venerdì, durante quello estivo avvengono il martedì, in una location all’aperto. Ballerini, drag, vocalist, sono sempre presenti. Ogni serata ha un tema diverso, di conseguenza cambiano le coreografie di ballo e i gadget che vengono offerti al pubblico; anche il Dj cambia spesso in maniera tale da accontentare tutta la clientela con musica che varia dal pop alla commerciale, alla techno e quella degli anni 80 e 90. Molto eterogenea la clientela che, come ci dice Rosaria Farina, va dai 16 ai 40 anni. “Ma la difficoltà più grande – continua l’imprenditrice – sta sempre nella mancanza di location agibili per organizzare un certo tipo di serata, se ce ne fossero di più il problema non si verrebbe a creare, ci sarebbero solo più serate per tutti”.
Taormina, precorritrice del turismo gay nell’Isola
Nello scenario lgbt siciliano manca oggi la città precorritrice del turismo gay nell’Isola: Taormina. Secondo il sindaco Mario Bolognari “Tra la storia di fine Ottocento ed oggi ci sono state diverse fratture, se così possiamo definirle, che hanno portato Taormina a non essere più la regina del mondo gay in Sicilia. La prima è stata rappresentata dal regime fascista che ha processato l’erede artistico di von Gloeden (Pancrazio Buciunì, che fu il suo principale assistente) e benché sia stato assolto nel 1940, quella vicenda ha pesato nella repressione culturale del fenomeno.

La seconda frattura avviene negli anni Cinquanta, quando molti a Taormina hanno cercato di “dimenticare” la storia del fotografo tedesco, per vergogna, moralismo o semplicemente per conformismo cattolico e democristiano. Sulla inesistenza oggi di locali Lgbt probabilmente pesa di più la difficoltà di reggere economicamente imprese del genere che un ripudio vero e proprio. Del resto, per anni c’è stato il Perroquet, che si reggeva sull’iniziativa di un coraggioso imprenditore siciliano che poi andò a vivere all’estero. In buona sostanza, – conclude Bolognari – direi che non siamo di fronte a una marcia indietro, ma a una ristrutturazione di tutto il sistema”.

Gli scenari futuri del turismo lgbt in Sicilia
La Sicilia resta comunque una regione a forte connotazione Lgbt – quasi un’oasi nel deserto da Roma in giù – per la presenza di locali e servizi dedicati alla Comunità. Un’oasi che potrebbe essere meglio sfruttata in chiave di rilancio turistico e destagionalizzazione. Gli imprenditori (ve ne abbiamo parlato) hanno dimostrato di avere coraggio e hanno vinto la loro scommessa. Ora serve il supporto delle Istituzioni per rilanciare questa idea e far sì che la Sicilia possa diventare, e lo può fare, la Mecca del turismo gay nel Mediterraneo.